venerdì 26 aprile 2013

1996 (per mia figlia)

Non soffrirei più così
dopo le parole assurde
che ti levano la carne
e le frasi che non dicono
ora la strada scende troppo svelta
verso un domani
tutto da immaginare
e ci vuole, credi, tutta la forza che hai
per sentire l'odore dei giorni duri
nell'aria grigia
e non lo voglio vedere
quel bussino giallo dell'asilo
parcheggiato lì
mentre il cielo è feroce
ma non gli alberi e tutta l'erba
di quando passeggiavamo insieme.
Ma ora la strada scende veloce
e sono stanco, addolorato
e, sì, onesto
e non più ho un abbraccio
nè più voce per urlare
o pietà per gli occhi
duro prezzo per una merce
mai acquistata
e vorrei un istante per morire
sulle mani stanche
quando ormai è svenduta tutta la fatica
il cuore strappato
e tutto il sangue gettato.


Ettore Tangorra   2013

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