Per carità, in tutte le lingue l'ortografia è solo una convenzione, da rispettare, ma pur sempre una convenzione che può benissimo mutare nel corso dei decenni così come ha sempre fatto. Per rispettarla basterebbe solo ragionare e non dare per scontate parole o particelle chiedendosi un po' di più il perché delle cose. Così ad esempio basterebbe saper che tutto ciò che c'è ha un motivo sennò non ci sarebbe e che è altresì inutile aggiungere cose che non servono o che sono un di più e basta. Si scoprirebbe facilmente allora che scrivere Provincie al plurale come spesso si faceva in passato è oggi inutile dato che il suono di C dolce davanti alla E esiste comunque nell'ortografia italiana e dunque la I rappresenta solo quel "di più" che non serve e che è poco elegante (nella moda esiste la stessa regola mi pare no?). Oppure che dietro al PO' o al DI' imperativo si nascondono solo il taglio di POCO nel primo caso e di DICI nel secondo che sono stati appunto tagliati perché cacofonici e da lì il motivo dell'apostrofo che sottintende sempre qualcosa che c'era o che dovrebbe esserci e che invece non c'è. O anche che dietro l'accento di Là (in quel luogo) o di Sè isolato (nel senso si se stesso) non si nasconde chissà che mistero o chissà quale ragione recondita ma semplicemente la volontà di distinguerli da LA articolo femminile o da LA nota musicale e da SE particella dubitativa. Tantissime persone poco istruite continuano a confondersi sui verbi ad esempio mentre basterebbe spiegargli semplicemente che se c'è "è" e non "e" ciò dipende dal fatto di distinguere la terza persona singolare dell'indicativo di essere dalla E di congiunzione, e che la stessa cosa avviene col verbo avere per distinguere A come moto da un posto all'altro o da una persona all'altra e HA verbo che poteva comunque benissimo scriversi magari à come succede per è ma che i linguisti hanno (c'è anche "anno") scritto così come ricordo dell'origine latina di HABERE coll'H ecc...ecc... (Ecco, in lingua còrsa ad esempio ha si scrive à) Sono solo convenzioni e nulla più, perché si poteva anche stabilire come à e ànno oppure he per è, ...ma tant'è. C'è sempre un motivo per cui nelle varie lingue ci sono dei segni, e la regola generale di logica, razionalità ed eleganza è quella appunto di non aggiungere o sottrarre mai qualcosa senza motivo perché allora sì che le cose diventerebbero irrazionali ed incomprensibili! Non dobbiamo pensare ad esempio che l'Italiano sia una lingua complessa quanto ad ortografia: anzi, l'Italiano lo è molto ma molto meno di tante altre! (mi riferisco ovviamente alle lingue scritte coi caratteri latini perché delle altre io non so molto) Specialmente dal XVIII° secolo in poi (l'epoca delle parrucche e dei tricorni e della cipria sul viso) l'italiano si è via via elegantemente spogliato di tutte quelle incrostazioni e sovrastrutture etimologiche di origine greca che impregnavano anche lo stesso latino ma anche oggigiorno tantissime lingue moderne come l'inglese, il francese o il tedesco. Faccio alcuni esempi: noi non scriviamo più "psychologico" ma semplicemente "psicologico" oppure non scriviamo più "thema"-"theologico"-"Ulysse"-"rhythmo"-"thechnologico e thechnologia"-"ethymologico"-"pharmacia"-"photo"-"philosophia"-"philantropia"-"chromatico"-"chronologia" ecc...ecc... ma ormai la nostra ortografia si è via via ripulita dall'etimologia dei caratteri greci. Non tutti sono d'accordo, ci sono degli studiosi che rimpiangono questi arcaismi (o archaismi) invece a me sinceramente non piacevano. Per consolarci pensiamo a due delle lingue più conosciute al mondo come l'Inglese e il Francese: tutti voi vi renderete subito conto dell'assurda bizzarria e dell' incoerenza totale tra scrittura e pronuncia di queste due lingue, tant'è vero che in Gran Bretagna o in Francia gli scolari hanno anche tantissime ore di ortografia (orthographia) da studiare !!!!
Ettore Tangorra 2016
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