sabato 6 gennaio 2018

RIVOLUZIONE AMMINISTRATIVA IN CORSICA

La notizia non ha avuto grande eco sui media nazionali e internazionali e non capisco proprio perché dopo tutto il gran baccano che hanno fatto sull'affaire Catalogna! Comunque la notizia è che dal 1°gennaio 2018 attraverso votazione democratica è stata fatta una scelta molto coraggiosa e moderna e si è realizzata finalmente una vera e propria rivoluzione amministrativa nell'isola di Corsica, quasi un sogno impensabile anche fino a pochi mesi fa. La costituzione di un ente amministrativo unico come la nuova Collettività di Corsica è un obiettivo storico dell’indipendentismo teso all’annullamento delle divisioni amministrative dettate dallo Stato francese che era giunto a frazionarla in una Regione e in due Dipartimenti distinti. La riforma, voluta dai partiti autonomisti che all'inizio degli anni 2000 hanno raggiunto il potere sull'isola (“Femu a Corsica” del Presidente Gilles Simeoni e “Corsica Libera” rappresentata da Jean-Guy Talamoni) tende soprattutto alla valorizzazione culturale e linguistica e all'armonizzazione sociale e finanziaria in tutto il territorio dell'isola. Come ha detto il presidente della nuova Collettività Territoriale unita Gilles Simeoni nel suo discorso di fine anno, la cosa principale per ora è di passare da una logica di "dipendenza" ad una logica di "responsabilità diretta". Finora altre Collettività esistevano già nell'ordinamento francese, di per sè molto centralista, ma riguardavano solo territori d'oltre mare come Saint Pierre et Miquelon al largo del Canada, Guyana e Martinica, l'isola di Saint Martin e l'isola di Mayotte in Centro America, o Polinesia, Nuova Caledonia e Wallis-Fortuna nell'oceano australe, dunque la Corsica rappresenta il primo caso sul territorio metropolitano francese. Dunque AUGURI CORSICA, ISOLA DI BELLEZZA !
Nota finale: leggo sulla rete in un articolo del còrso Franciscu Pala che lo scorso 23 marzo il ministero dell’Educazione francese per la prima volta nella Storia ha autorizzato l’organizzazione di concorsi per la selezione di insegnanti di sette “Lingue regionali di Francia”. Al di là delle definizioni burocratiche, dal 2018 gli studenti francesi potranno scegliere di frequentare corsi di Bretone, Corso e Occitano. Dal 2019 saranno aggiunti anche i corsi di Basco e Catalano. Successivamente sarà possibile scegliere anche il Creolo e il Tahitiano. In Francia vi sono anche minoranze fiamminghe e tedesche ma queste ultime lingue non sono considerate a rischio di estinzione in quanto correntemente parlate nei paesi confinanti.
Il ministro dell’Educazione francese Najat Vallaud-Belkacem ha dichiarato che queste decisioni mirano “alla promozione del riconoscimento delle Lingue e delle culture regionali, nella speranza di sostenerne lo sviluppo e di assicurarne la conservazione grazie ad un insegnamento professionale ed eccellente”.(Franciscu Pala)

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