lunedì 28 gennaio 2019

Globalizzazione e immigrazione

Solo tre cose possono giustificare il desiderio di accogliere tutto il mondo nel proprio paese: fanatismo religioso, sordidi interessi o malattia mentale. In tutti i tre casi viene messo a rischio un paese senza un motivo valido. Allora io dico, la religione tenetevela per voi nel vostro privato, gli interessi di sporchi guadagni meritano la persecuzione e il carcere duro, e infine i vostri personali problemi di identità o psichici fateveli curare da medici bravi.
Un Ministro degli affari interni ha il dovere, non la possibilità, ma il dovere di difendere la Repubblica da tutto ciò che può minacciarla direttamente o indirettamente, da tutto ciò che può costituire a breve o lungo termine un danno o uno stress per i suoi cittadini, specialmente quelli anziani, poveri, in difficoltà già provati da crisi ed emergenze di ogni tipo. Il Ministro ha il dovere di pensare a chi abita nelle periferie e nelle case popolari dove le diverse culture non sono viste come snobistico e schicchettoso "colore folkloristico" ma spesso, anche se per fortuna non sempre,  come fonte di conflitti tra poveri ed aumento della maxi e della microcriminalità.
Il cittadino della Repubblica, tranne quei pochi milioni di agiati e colti radical-chic delle élites politiche e intellettuali, in genere non gode in Italia di una gran protezione sia per ciò che riguarda il lavoro sia per ciò che riguarda l'alloggio e gli aiuti alla famiglia, ed è proprio su questa categoria di persone che annovera operai, impiegati, esodati, pensionati, divorziati e single, giovani senza occupazione che non sanno se restare o andare all'estero, che pesa di più il peso di una accoglienza indiscriminata e dissennata in un paese poco organizzato per definizione. Questo popolo era quello che difendeva la vecchia sinistra un tempo, quella che ricordo io, quella dei diritti dei lavoratori e dell'emancipazione sociale e culturale dell'uomo e della donna, quella che oggi invece è asservita al piano criminale del capitalismo mondiale teso ad affossare diritti e stipendi dei più in nome di una globalizzazione fallimentare che deporta in modo criminale da un continente grande e ricco di risorse come l'Africa milioni di futuri schiavi a basso prezzo e senza diritti, donne lasciate languire nella schiavitù di culture arretrate che poco interessano al neocapitalismo mondiale che tutto si mangia e tutto distrugge.

Ettore Tangorra    2019

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