sabato 26 marzo 2022

famigliola Ucraina sulle autostrade italiane diretta in Francia

Fuggiti dalla guerra, in viaggio da giorni senza soldi e viveri, famiglia ucraina soccorsa dalla polizia di stato.

Soccorsa in autostrada, dalla Polizia di Stato, una famiglia ucraina in fuga dalla guerra ormai senza soldi e senza viveri.
Una pattuglia della Polizia Stradale di Alessandria - Sottosezione di Ovada - , nella mattinata dell’11 marzo, durante il servizio di vigilanza stradale sull’autostrada A/26 Genova Gravellona Toce, ha notato una vettura, con targa ucraina, che procedeva a rilento in corsia di emergenza, con le frecce di emergenza in funzione.

Gli Agenti dopo aver scortato e messo in sicurezza la vettura all’interno della vicina area di servizio Bormida Est, constatavano che a bordo del veicolo vi era una famiglia di nazionalità ucraina composta da una giovane coppia con figli in tenera età, tutti in buone condizioni di salute, ma visibilmente scossi e impauriti anche per il timore di essere rimpatriati in Ucraina. 

Compresa la situazione gli agenti si attivavano immediatamente per rassicurare e prestare la necessaria assistenza, inizialmente resa difficile anche dalla difficoltà di comunicazione, poiché nessuno dei componenti della famiglia riusciva a comprendere né la lingua italiana né la lingua inglese.

Con l’ausilio di un’interprete di madrelingua Ucraina, rintracciata nel frattempo telefonicamente dagli operatori, si riusciva a comprendere il dramma della famiglia che, terrorizzata dalla guerra, aveva deciso di scappare dal proprio paese mettendosi in viaggio  quattro giorni prima, senza effettuare nessuna sosta, con l’intento di raggiungere quanto prima la Francia, dove sarebbero stati accolti da alcuni familiari.

Per il tramite dell’interprete, riferivano che avevano terminato le scorte di cibo e acqua due giorni fa e che i pochi soldi a disposizione gli sarebbero bastati a stento per sostenere le spese del viaggio ed arrivare a destinazione.
Mentre uno degli Operatori, tramite il Centro Operativo della Polizia Stradale di Genova, faceva intervenire un meccanico sul posto per riparare il veicolo, l’altro Agente si adoperava immediatamente, a proprie spese, per aiutare i bambini e la coppia di coniugi, acquistando presso l’area di servizio, panini, acqua e snack in quantità necessaria a consentire la prosecuzione del viaggio senza dover ulteriormente gravare sui pochi soldi a disposizione.

In serata, sul telefono cellulare di uno degli Agenti, perveniva un messaggio di gratitudine per l’aiuto prestato ma soprattutto di ringraziamento per aver dato da mangiare ai bambini visibilmente scossi da quanto vissuto nelle ultime settimane.

#poliziadistato
#essercisempre

giovedì 24 marzo 2022

Intellettuali Russi in fuga da Mosca

Resteremo sempre dei criminali”, il grido degli intellettuali russi fuggiti da Mosca
 Maria Gilda Carli 24 Marzo 2022 guerra in ucrainastorie
Anna Zafesova in un reportage uscito su «La Stampa» ha raccolto le tante voci dei giovani e intellettuali russi, che sono scappati dal loro Paese, portandosi dietro il senso di colpa per la guerra che sta mettendo in ginocchio l’Ucraina. Tra le tante storie quella di Irina, fuggita con uno degli ultimi aerei dell’Aeroflot per Istanbul. Da lì ha preso poi un volo per Copenaghen. Ha dovuto penare per dimostrare di non essere un esponente del regime di Putin in fuga dalle sanzioni.

«Non potrò tornare nel mio Paese, per anni forse. E qui, in Occidente, resteremo sempre dei criminali. Ci metteremo decenni a farci perdonare quello che abbiamo fatto», ha spiegato Irina, che una volta rilasciata è entrata in un negozio per comprare una bottiglia di vino: «Non riuscivo a dormire, avevo davanti agli occhi le bombe che cadevano sull’Ucraina, e nelle orecchie la voce del poliziotto danese che mi chiedeva se sostenevo quella guerra». Alla cassa si è resa conto che la sua carta aveva già smesso di funzionare: «Il proprietario me l’ha regalata. Mi ha detto che ne avevo bisogno. Un momento che ricorderò per tutta la vita: io, appena fuggita dal mio Paese, con in mano una bottiglia di vino che non posso pagare, e un danese che ha pietà di me, nonostante io sia russa». Sente nostalgia del suo Paese Irina? A Mosca aveva una galleria d’arte, ma faceva parte di quei Russi che Putin accusa di essere «mentalmente di là», in Occidente. «Non posso vivere in un Paese dove non ho diritto a dire quello che penso. I miei genitori non lo capiscono. E non capiscono che mi vergogno a essere russa», ha spiegato.

Non meno duri i toni di Yuri Dud, il video blogger più popolare tra i giovani, che ha confessato sui social di provare verso l’Ucraina «vergogna e colpa». Come lui si sente il rapper Face, che ha dichiarato di non considerarsi più cittadino russo, di assumersi la colpa della guerra insieme alla «maggior parte del popolo e a tutta intellighenzia». Rammaricato per quanto sta accadendo anche Vladimir, professore di un’università statale che ora si trova a Berlino: «Vedo i miei concittadini affollarsi nei negozi per l’ultimo iPhone, e piangere per la chiusura di Instagram, e poi avere paura a scrivere su Facebook, mentre gli ucraini non temono di fermare a mani nude i carri armati russi».

La paura non è una giustificazione, nascondersi dietro lo slogan “La Russia non è Putin” non basta più. Di fronte alle immagini dei bambini estratti dalle macerie di Kharkiv tacere è impossibile: «È dura da guardare, ma dobbiamo farlo per accumulare rabbia verso i dementi che hanno coinvolto il nostro Paese in un crimine mostruoso», le parole di Nastia Kadetova, collaboratrice di Alexey Navalny di Pietroburgo. Bisogna rompere il vetro di cristallo della propaganda: quanto sta accadendo in Ucraina è tutto purtroppo dannatamente vero.

 

IL PROF. ORSINI di Salvatore Merlo

La parabola del prof. Orsini nel circo di Bianca Berlinguer. Parla Aldo Grasso
SALVATORE MERLO 24 MAR 2022 - IL FOGLIO
     
“A Cartabianca c’è il clown, il nano, la donna cannone e ora pure Orsini”, lo spiritato professore che fa esultare i putinisti di mezza Italia. La conduttrice "raccatta il peggio di un genere già orrido di suo, il talk"
Gli hanno tolto i titoli e gli consegnano la matricola Rai, lo sottraggono all’accademia e lo depositano all’osteria. Il che, da un certo punto di vista, è persino rassicurante. Insomma ci voleva davvero la nostra cara vecchia televisione di stato, il servizio pubblico, in pratica ci volevano Bianca Berlinguer e Carlo Fuortes, per restituire Alessandro Orsini, lo spiritato professore che fa esultare i putinisti di mezza Italia, al suo più consono collocamento: lo spettacolo circense di “#Cartabianca”. Su Rai 3. “E d’altra parte”, dice Aldo Grasso, ridendo, “non fai davvero fino in fondo parte del circo finché non ti danno l’ingaggio”. Dunque eccolo, l’ingaggio rivelato dal Foglio. Un contratto, dodicimila euro e sei puntate in prima serata per ribadire che Vladimir Putin ha già vinto e gli ucraini si dovrebbero arrendere subito. “Fosse spiritoso, ma sono sicuro che non lo è, adesso Orsini potrebbe ribaltare la sceneggiatura”, spiega Grasso, sul filo dell’ironia. “Potrebbe stupirci dicendo che Putin è in realtà un mascalzone e che la resistenza ucraina è eroica”. Teatro. “Così ribalterebbe ‘#Cartabianca’ e in qualche modo giustificherebbe il fatto che il servizio pubblico si sia prestato a questa operazione”. Il cui senso qual è esattamente? “Boh, Bianca Berlinguer segue uno schema fisso: vede uno strambo nelle trasmissioni altrui e subito lo paga. Corona, Scanzi e adesso Orsini”.
E in effetti “#Cartabianca” è una trasmissione particolarmente densa, ricca di... sbrigliati, per così dire. “Altroché”, ride Aldo Grasso. “Bianca Berlinguer vede Mauro Corona dalla Bignardi, e poiché quello le sembra abbastanza fuori di melone, lo scrittura alla Rai. Poi vede Scanzi dalla Gruber, e lo scrittura alla Rai. Infine vede Orsini da Formigli, e lo scrittura alla Rai”. Tutti sotto contratto. L’ingaggio, appunto. Ma esattamente a che servono queste persone? “E’ come al circo, ha presente? Lì c’è la donna cannone, il nano, il pagliaccio, quello che cammina sulle mani... Ecco. Dalla Berlinguer invece c’è Corona che fa il mattocchio, Scanzi che fa la parte del grillino (mezzo) alfabetizzato, e adesso c’è pure Orsini che fa il professore un filo invasato”. Horror-show? “Diciamo che raccatta il peggio di un genere già orrido di suo, il talk. Modestamente sono trent’anni che lo dico: il talk fa veramente schifo”. E “#Cartabianca” rappresenta degnamente il genere. “Sì, ma realizza anche un paradosso”. Quale? “Gli altri conduttori più fanno cose orribili più fanno ascolti, di solito. La Berlinguer, al contrario, insegue gli altri, spesso li supera nell’orrido, e però incredibilmente fa ascolti sempre peggiori”. Una maledizione.
Martedì scorso, Floris, che in quanto a bislacchi non è secondo a nessuno, ospitava Dibba straparlante di missili “supersonici”, tipo Mazinga Zeta, e ha fatto il 7,2 per cento di share. Berlinguer è arrivata ultima, dopo Rete 4 che da par suo sfoderava Dugin, cioè l’ideologo matto di Putin. E dire che in questa rincorsa all’ospite più strambo, la figlia di Enrico Berlinguer vantava la presenza di Mauro Corona, il quale rivelava come ad Aviano ci siano “ottanta bombe atomiche sotterrate sotto la base militare”. Bum-bum. E’ sfortunata la Berlinguer con gli ascolti? “No, guardi. Non è sfortunata: è negata. Ci avete fatto caso che non sa mai quando interrompere l’ospite? Interrompe sempre nel momento sbagliato. Una cosa che ormai non imparerà mai più. Non c’è niente da fare”. Tuttavia pare le vogliano consegnare la striscia di informazione di Rai 3, quella pregiatissima, attaccata al telegiornale. “Ah, bene. Auguri”.

mercoledì 23 marzo 2022

NON METTETECI IN MEZZO

NON METTETECI IN MEZZO

Fra tutte le idiozie e le autentiche indecenze etiche che mi tocca leggere in rete una mi indigna in maniera particolare. Si tratta della frase, rivolta a Zelen’skyj: “quello è un criminale, ci vuole mettere in mezzo”.
Ci vuole mettere in mezzo, ci vuole coinvolgere. E’ un criminale, un folle, un  guerrafondaio, un nazista!
Passeggio per strada, ad un tratto vedo una persona anziana aggredita da un gruppo di giovinastri. L’anziano urla: “aiuto!”. Mi vede e mi grida di soccorrerlo se no i giovinastri lo massacrano.
Io affretto il passo, mi volto dall’altra parte ed esclamo: “quel vecchio mi vuole coinvolgere nella sua rissa. E’ un criminale”.
Io posso anche non aiutare chi è aggredito, posso farmela sotto dalla paura, valutare che il mio aiuto non servirà a nulla, pensare ai miei figli ed alla mia famiglia piuttosto che a chi subisce violenza. Tutto umano, molto umano. Però è anche molto umano provare un certo disagio in simili situazioni. Se non riesco a difendere chi è massacrato da un branco di prepotenti quanto meno sto male, sono assalito da qualche remora morale. Di certo non definisco “folle criminale” chi chiede disperatamente il mio aiuto, sono solidale con lui anche se ritengo di non potergli dare una mano.
Gli italici “pacifisti” no. Detestano chi chiede aiuto. Lo definiscono un criminale folle. Dicono: è colpa sua se subisce violenza, la smetta di difendersi e tutto sarà finito. Se la smette di difendersi perde qualcosa che nessun essere umano ama (o dovrebbe amare) perdere: la propria libertà. Magari la sua resa sarà accompagnata da orribili rappresaglie, di certo il suo popolo dovrà subire anni, decenni di ingiustizie. Ai “pacifisti” tutto questo non frega una beata mazza. L’importante è “non essere nessi in mezzo”. 
Tra l’altro non li sfiora neppure il sospetto che fra un po’ ad invocare aiuto potrebbero essere LORO. E a LORO non farebbe piacere che qualcun altro dicesse: “non mi mettete in mezzo!”.

martedì 22 marzo 2022

Scrivo nuovamente dopo un mese.

Scrivo dopo essere stato bloccato per un mese da Facebook (sarà la ventesima volta) in modo del tutto ingiusto per aver mandato a quel paese l'ennesimo italiano che si arrampicava sugli specchi e faceva il "magnifico" pur di difendere l'umanamente e moralmente indifendibile in quanto stava accadendo in Ucraina.
Che delusione che mi hanno procurato anche in questa drammatica occasione gli italiani: innanzitutto dimostrando ancora una volta di essere privi di valori di base, valori morali, valori politici. Tanti giovani oltre che anziani, gente nata in Democrazia e che ha goduto di Democrazia e libertà di pensiero e di parola e che viziati da questa piena Democrazia, che non è perfetta perché "perfette" sono solo le dittature, si comportano e ragionano come ignoranti e viziati pronti solo a pensare ai propri miseri interessi personali, radical-chic e pacifisti da salotto rimasti a casa di mamma fino a 35 anni. Del resto cosa ha insegnato loro questa scuola italiana fallimentare? Il nulla, il vuoto, solo l'edonismo e la TV spazzatura, la sottocultura sportiva calcistica che di davvero sportivo non ha proprio nulla e anzi ha diffuso solo cieca e brutale tifoseria, ancora una volta a discapito della Cultura e dei valori. Giovani e anziani pronti ad amare il primo dittatorello straniero (è anche 'ella nostra Storia) profondamente egoisti e fascistelli. Italiani fascistelli, corporativi, fondamentalmente nepotistici e mafiosi in un paese dove chi vale davvero emigra all'estero dove c'è meritocrazia e non conoscenze e parentele, non raccomandazioni e pacche sulle spalle, all'estero dove c'è vera concorrenza e non gruppuscoli mafiosi di interessi particolari di categoria.
Che delusione questi italiani senza neanche più il cuore, senza cervello, pronti a giustificare le atroci nefandezze tirando in ballo altre atroci nefandezze, proprio una mentalità della peggiore tifoseria calcistica, l'assenza assoluta di profondità e empatia col prossimo. Che disastro questa Italia ridotta così.

domenica 6 marzo 2022

il popolo italiano

🇮🇹 Il popolo italiano (ma anche altri popoli europei) è ancora immaturo e ancora profondamente "fascista": ama gli uomini forti, i dittatori di destra o di sinistra, invidia i ricchi, guarda con sospetto chi ha le ville come se fosse di per sé un crimine, odia chi si è costruito da sé, si appoggia volentieri all' ombrello "statalista"e sociale, se pur sempre più debole e deludente. Non siamo ancora abbastanza cresciuti per apprezzare la imperfetta Democrazia, che è pur sempre la cosa migliore che abbiamo, le regole di mercato, la vera concorrenza, con tutte le sue contraddizioni. Non amiamo la competizione per "merito" ma ci appoggiamo volentieri alle "amicizie" e alle "conoscenze" e alle parentele in modo corporativo se non mafioso. Questa è ancora ahimè l'Italia.

LA STORIA COSA INSEGNA A NOI ITALIANI?

LA STORIA COSA CI INSEGNA? La Storia ci insegna che come nel Medioevo e nel Rinascimento i singoli Stati italiani erano al culmine del loro ...