NON METTETECI IN MEZZO
Fra tutte le idiozie e le autentiche indecenze etiche che mi tocca leggere in rete una mi indigna in maniera particolare. Si tratta della frase, rivolta a Zelen’skyj: “quello è un criminale, ci vuole mettere in mezzo”.
Ci vuole mettere in mezzo, ci vuole coinvolgere. E’ un criminale, un folle, un guerrafondaio, un nazista!
Passeggio per strada, ad un tratto vedo una persona anziana aggredita da un gruppo di giovinastri. L’anziano urla: “aiuto!”. Mi vede e mi grida di soccorrerlo se no i giovinastri lo massacrano.
Io affretto il passo, mi volto dall’altra parte ed esclamo: “quel vecchio mi vuole coinvolgere nella sua rissa. E’ un criminale”.
Io posso anche non aiutare chi è aggredito, posso farmela sotto dalla paura, valutare che il mio aiuto non servirà a nulla, pensare ai miei figli ed alla mia famiglia piuttosto che a chi subisce violenza. Tutto umano, molto umano. Però è anche molto umano provare un certo disagio in simili situazioni. Se non riesco a difendere chi è massacrato da un branco di prepotenti quanto meno sto male, sono assalito da qualche remora morale. Di certo non definisco “folle criminale” chi chiede disperatamente il mio aiuto, sono solidale con lui anche se ritengo di non potergli dare una mano.
Gli italici “pacifisti” no. Detestano chi chiede aiuto. Lo definiscono un criminale folle. Dicono: è colpa sua se subisce violenza, la smetta di difendersi e tutto sarà finito. Se la smette di difendersi perde qualcosa che nessun essere umano ama (o dovrebbe amare) perdere: la propria libertà. Magari la sua resa sarà accompagnata da orribili rappresaglie, di certo il suo popolo dovrà subire anni, decenni di ingiustizie. Ai “pacifisti” tutto questo non frega una beata mazza. L’importante è “non essere nessi in mezzo”.
Tra l’altro non li sfiora neppure il sospetto che fra un po’ ad invocare aiuto potrebbero essere LORO. E a LORO non farebbe piacere che qualcun altro dicesse: “non mi mettete in mezzo!”.
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