mercoledì 26 settembre 2012

Ridano le stelle

Voglio esser fedele a questa carne
a queste vene scure
che intravedo sotto la pelle delle mani
voglio sperare che domani il mondo
riconosca il valore degli esseri
che fecondano la terra
della vita fremente dei corpi
unico amore e fede
unico rispetto dei cuori
anche se mi parleranno di valori
anche se continueranno
a lanciare i sassi feroci della stupidità
della morale ottusa
del culto della sofferenza e del dolore
per cui si costruirono nei secoli
vesti di spietato potere
delle genti su altre genti
spero nel rispetto degli esseri viventi
unica prospettiva della mente
nobiltà della nostra stirpe
perduta nello spazio
dove la grandezza si fonde
coi minuscoli bosoni
so che sentirò i tuoni
dell'uomo vestito di nero
che lancia i suoi vani strali
che ama l'ignoranza dei bambini
e la culla tra le braccia
di donne stuprate
come simbolo della sua miseria
non più alta della polvere
che si posa
quasi ridendoti in faccia
sulla superficie delle stelle
che ridano anche quelle.


Ettore tangorra   2012

La Genziana

Come si sta bene quassù
veder dall'alto e ridere
cercare la felicità nel cammino
mentre arriva caldo il sangue alle mani
e si saziano gli occhi
si attende la sera per pensare
a tutta la luce assorbita
al verde delle valli
intraviste dal bosco dei castagni
quando una leggera ansia ti prende
e forse non basta il coraggio
per accettare la fine del giorno
e sognare domani
cercare come un saggio
di assaporare il minuto
e prolungarlo nel tempo
tempo salato della vita
come brezza di mare
che ora frusta la mia faccia
là dove volevo arrivare
profumo dolce nel naso
di una Genziana selvaggia
che si è fatta spogliare
così senza pudore per terra
dolce stupore
regalo di un giorno che vale
il mistero dell'uomo che l'afferra.


Ettore Tangorra   2012


Notte senza ritorno

Non può pentirsi il tuo cuore
viaggiando sulla linea d'argento
della costa alta sopra il mare
mentre prima degli occhi
arrivano le mie emozioni
passando dalle orecchie e dal naso
scoprire così per caso
di non esser saggio
come pensavo
di non esser quel che vedo allo specchio
posso sempre volare
forse anche lontano
per tornare a cercare
quello che ho lasciato
senza lacerare o sanguinare
e desiderare la morte
dopo essersi pentito
è così dolce e vero
seguire quella voce
amare il buio del sentiero
ma come non rischiare
le promesse degli occhi
e non navigare
desiderare di partire
immaginare anche solo una notte
una notte dolcissima e triste
notte senza ritorno.


Ettore Tangorra   2012

Il cammino

Segui le strade del tuo cuore
se non puoi farne a meno
se lo vogliono i tuoi piedi
e lo chiede la tua pelle
prenditi questo rischio
finche dura il mattino
così fresco e bello
attraverso quei ponti
bassi e antichi di dolore
e di storia
sotto i rami odorosi e amici
chiedi l'impossibile alle gambe
non misurare l'ardore degli occhi
e non smettere di sperare
di vedere la costa
oltrepassando il monte
per andare lontano
arriverà il pomeriggio
e la fame del corpo
la giusta sete
ti siederai spesso all'ombra
sdraiato sopra quel prato
e sotto le nuvole darai conto
di quello che hai osato
o solo sperato
ti chiederanno di morire
per quello che hai creduto di dire
e sarà amore improvviso
a darti l'orizzonte vasto e infinito
non ti stupire se verso sera
scoprirai il mondo in un palmo
della tua sola mano
lo vedrai negli occhi
quanto basta
radicherai l'anima
a questa dolce miniatura
come pietra preziosa e nera
piena del tuo mistero
intensità di essenza
da non tradire mai
e ti riconoscerai
perché mai più potrai più pensare
di fuggire lontano
mentre scende veloce la notte
e ti troverà stupito
come chi ha imparato
ad evitare il dolore.



Ettore Tangorra   2012


Attento all'amore

Attento all'amore che dài
attento all'amore che vuoi
anche solo al tuo sguardo
se va un po' più in là del sole
che ora muore all'orizzonte
nel rosso del tuo coraggio
attento a quell'amore
che come un messaggio vola
o come un seme
che può anche attecchire
per poi morire altrove
attento ai tuoi occhi
sparano proiettili d'amore
attento a dove miri
a dove tocchi
mentre la bocca parla e vola
dove ci sono le sue mani
attento a non cadere domani
tra quei respiri
fai che non provochi dolore
ma che resti solo amore.


Ettore Tangorra   2012

venerdì 21 settembre 2012

La stella azzurra

Tengo il mio viso tra le mani
seguendo sempre i miei pensieri
ecco che sento la passione
per quest'aria che mi tocca
e spero nei giorni buoni che verranno
e ripenso a tutti quelli che ho passato
mentre ascolto il mio respiro
volano gli occhi sopra al mare
sopra a quei luoghi conosciuti
dove si scaldano le mani
vedo anche il sole su di te
che scivolando sui capelli
passa dolcissimo sul tuo viso
vorrei restare questa sera
su questa terra a riposare
e mentre passano i gabbiani
sfiorare ancora le tue braccia
e sotto quella stella azzurra
salutare la notte
fino a domani.



Ettore Tangorra   2012

giovedì 20 settembre 2012

La luce stasera

La luce mi entra negli occhi stasera
e raggiunge l'anima
che credevo persa
mentre l'acqua del mare
confonde tutti i miei pensieri
mescolando presente e passato
di lato alla scogliera
in quest'aria diversa
tra i colori di oggi e di ieri
per raggiungere il faro
e guardare più lontano.



Ettore Tangorra   2012

domenica 9 settembre 2012

Le macchinette della mia vita

Martina, classe '77, comprata usata a genova nell'84
Martina fu la prima, fino ad allora avevo potuto approfittare solo delle auto di famiglia (e ne avevo approfittato alla grande). Quando morì papà a casa restarono una Peugeot 404 TI injection 1600 cc. (targata Roma B59574 del '68) e una 504 sempre a iniezione ma di 2000 cc. (tg. Roma N36251 del '74). Erano macchine da famiglia splendide, papà era appassionato di quel tipo di vettura. Avevano entrambe la trazione posteriore con grosso albero motore che attraversava tutto l'abitacolo. Allora la "traction avant" l'avevano solo le Citroen e, in Italia le Lancia, per il resto non era ancora molto diffusa. Forse la 404 era addirittura superiore quanto a maneggevolezza, tenuta di strada e "scatto"nonostante il suo aspetto "famigliare". Non ho più ritrovato nelle auto dopo di allora tanta qualità, era il periodo storico.
La Peugeot 404 TI Injection

Peugeot 504 2000 Injection
Col senno di poi mi rendo conto che oggi sarebbero dei pezzi da collezione splendidi, ma all'epoca avevo 20 anni e pochi soldi e neanche ci pensavo a queste cose, le due auto finirono poi quasi sicuramente in Nord Africa, la prima nell' 83/84 dopo un tamponamento subito da mia sorella, e la seconda durò addirittura, pensate, fino al 97 quando mia madre acquistò una Peugeot 306 (neanche l'ombra di quella classe e di quella antica qualità). La 306 non teneva bene la strada, anche perchè mia madre ne acquistò la rara versione con la "codina", comunque era veloce col suo 1400 cc. Nel tempo ne ho guidate e possedute tante, ma quelle due appartengono davvero ad un'epoca mitica.
Martina la comprai a Genova nell'83/84 dopo un periodo di lavoro presso un architetto a Milano e mentre tentavo di laurearmi con poca convinzione. Era una Citroen Dyane 6 del '77 e ci aveva sù 90.000 Km ma a me sembrava un sogno: era tutta mia e non consumava niente col suo motore bicilindrico di 800 cc. poi era spaziosa e agile, divertentissima, ci scorazzai per mezza Italia, Baviera, Francia e Svizzera.

Nicoletta, 1986 appena arrivata a casa...



Con Martina viaggiavo bene in città dove lavoravo per una fotoagenzia che vendeva ai periodici milanesi e dove presi tante multe di divieto di sosta proprio per questo motivo, specialmente davanti alla Rusconi che allora era in via Vitruvio, ma anche in San Babila dove c'era la Cino del Duca Editore.
Poi c'erano le estati al mare o in montagna e si poteva aprire completamente la cappottina rossa. Ma la portai anche sulla neve un anno. Tenuta perfetta anche senza catene perché le ruote erano alte e strette e
quando sterzavano si inclinavano un po' (caratteristica tipica di quelle Citroen di allora).
La prima auto nuova fu la successiva 2cv comprata nel 1986. Aveva praticamente lo stesso motore della Dyane, ed era il modello originale degli anni '50 da cui poi la Dyane stessa sarebbe derivata ma con minor successo. L'86 fu proprio l'ultimo anno di produzione della 2cv se non sbaglio, ma io non lo immaginavo certo. Il modello era mitico e storico, e questo mi bastava. Quando consegnai al concessionario Nelli di Milano la vecchia Dyane fu un momento un po' triste.
Erano quelle, vetturette supereconomiche e spaziose, anche se non c'era da augurarsi un incidente anche piccolo perché erano fatte di un lamierino sottile e bastava nulla per fare una ammaccatura. Addirittura fui tamponato da un ciclista una volta che mi piegò completamente il paraurti posteriore!
...con targa belga
...con targa originale dell' 86


...con targa lussemburghese


...con targa austriaca

...con targa della allora Germania Ovest (Bonn era la capitale!)

...con targa francese classica

...con targa britannica

...con targa danese temporanea

...infine con targa olandese
Nicoletta comunque, dopo tre anni appariva già più vetusta e ammaccata rispetto a queste foto dell'inizio dell'86. Erano macchinette che invecchiavano in fretta quanto a carrozzeria. Poi magari il motore resisteva per decenni, tanto che ce ne sono ancora tantissime in mano ai collezionisti ancora oggi, alcuni modelli addirittura sono i primi della fine degli anni '50. I sedili molto spartani ma morbidi e molleggiati erano riverstiti da una tela tipo jeans e quello del guidatore era già un po' sfondato (io sono alto 1,81 e ho sempre pesato intorno ai 90 kili), poi i fermi in plastica dei mezzi vetri anteriori si erano già un po' usurati e spesso il mezzo vetro ti cadeva sul braccio appoggiato fuori dal finestrino, e anche la cappottina era sporca e impregnata di smog di Milano ed era difficile lavarla anche con una spazzola. In più si vedeva già qualche piccolo strappo che mi preoccupava e i paraurti erano tutti storti perchè bastava anche solo un piccolo urto in fase di parcheggio per ammaccarli. Infine, cosa più grave, la serratura dello sportello guidatore si era già rotta una volta e dovetti sostituirla ad un prezzo non proprio economico ritrovandomi per di più con una serratura diversa dall'altra quindi dovendo usare due chiavi diverse! Insomma non era certo una macchina robusta quanto a carrozzeria. Adesso che ci penso dev'essermi rimasta in solaio a casa di mia madre addirittura una ruota della Dyane 6, che magari ci ha pure un suo valore sul mercato! Non c'erano ruotini allora (dìo come odio con tutto il cuore i ruotini) ma ruote di scorta che erano identiche alle altre 4. A questo proposito noto che oggi nessuno più è capace a sostituire una ruota quando fora: tanti giovani mi guardano con meraviglia e si domandano come si fa!!!
Sono solo capaci di chiamare il carro attrezzi e pagare un sacco di euro...

sabato 8 settembre 2012

a Simona

A cosa pensi ragazza
in questo giorno strano
mentre l'onda arriva
e tocca la riva?
non so che luogo sia questo
ma certo è un luogo nascosto
dove trovare il mio cuore
a cosa pensi? alla tua vita, all'amore
lascia che il vento ti sfiori
che il tempo ti adori
tu sei il sapore del grano
l'incanto del mondo
sei il mio tempo migliore.



Ettore Tangorra   2007

LA STORIA COSA INSEGNA A NOI ITALIANI?

LA STORIA COSA CI INSEGNA? La Storia ci insegna che come nel Medioevo e nel Rinascimento i singoli Stati italiani erano al culmine del loro ...