domenica 9 settembre 2012

Le macchinette della mia vita

Martina, classe '77, comprata usata a genova nell'84
Martina fu la prima, fino ad allora avevo potuto approfittare solo delle auto di famiglia (e ne avevo approfittato alla grande). Quando morì papà a casa restarono una Peugeot 404 TI injection 1600 cc. (targata Roma B59574 del '68) e una 504 sempre a iniezione ma di 2000 cc. (tg. Roma N36251 del '74). Erano macchine da famiglia splendide, papà era appassionato di quel tipo di vettura. Avevano entrambe la trazione posteriore con grosso albero motore che attraversava tutto l'abitacolo. Allora la "traction avant" l'avevano solo le Citroen e, in Italia le Lancia, per il resto non era ancora molto diffusa. Forse la 404 era addirittura superiore quanto a maneggevolezza, tenuta di strada e "scatto"nonostante il suo aspetto "famigliare". Non ho più ritrovato nelle auto dopo di allora tanta qualità, era il periodo storico.
La Peugeot 404 TI Injection

Peugeot 504 2000 Injection
Col senno di poi mi rendo conto che oggi sarebbero dei pezzi da collezione splendidi, ma all'epoca avevo 20 anni e pochi soldi e neanche ci pensavo a queste cose, le due auto finirono poi quasi sicuramente in Nord Africa, la prima nell' 83/84 dopo un tamponamento subito da mia sorella, e la seconda durò addirittura, pensate, fino al 97 quando mia madre acquistò una Peugeot 306 (neanche l'ombra di quella classe e di quella antica qualità). La 306 non teneva bene la strada, anche perchè mia madre ne acquistò la rara versione con la "codina", comunque era veloce col suo 1400 cc. Nel tempo ne ho guidate e possedute tante, ma quelle due appartengono davvero ad un'epoca mitica.
Martina la comprai a Genova nell'83/84 dopo un periodo di lavoro presso un architetto a Milano e mentre tentavo di laurearmi con poca convinzione. Era una Citroen Dyane 6 del '77 e ci aveva sù 90.000 Km ma a me sembrava un sogno: era tutta mia e non consumava niente col suo motore bicilindrico di 800 cc. poi era spaziosa e agile, divertentissima, ci scorazzai per mezza Italia, Baviera, Francia e Svizzera.

Nicoletta, 1986 appena arrivata a casa...



Con Martina viaggiavo bene in città dove lavoravo per una fotoagenzia che vendeva ai periodici milanesi e dove presi tante multe di divieto di sosta proprio per questo motivo, specialmente davanti alla Rusconi che allora era in via Vitruvio, ma anche in San Babila dove c'era la Cino del Duca Editore.
Poi c'erano le estati al mare o in montagna e si poteva aprire completamente la cappottina rossa. Ma la portai anche sulla neve un anno. Tenuta perfetta anche senza catene perché le ruote erano alte e strette e
quando sterzavano si inclinavano un po' (caratteristica tipica di quelle Citroen di allora).
La prima auto nuova fu la successiva 2cv comprata nel 1986. Aveva praticamente lo stesso motore della Dyane, ed era il modello originale degli anni '50 da cui poi la Dyane stessa sarebbe derivata ma con minor successo. L'86 fu proprio l'ultimo anno di produzione della 2cv se non sbaglio, ma io non lo immaginavo certo. Il modello era mitico e storico, e questo mi bastava. Quando consegnai al concessionario Nelli di Milano la vecchia Dyane fu un momento un po' triste.
Erano quelle, vetturette supereconomiche e spaziose, anche se non c'era da augurarsi un incidente anche piccolo perché erano fatte di un lamierino sottile e bastava nulla per fare una ammaccatura. Addirittura fui tamponato da un ciclista una volta che mi piegò completamente il paraurti posteriore!
...con targa belga
...con targa originale dell' 86


...con targa lussemburghese


...con targa austriaca

...con targa della allora Germania Ovest (Bonn era la capitale!)

...con targa francese classica

...con targa britannica

...con targa danese temporanea

...infine con targa olandese
Nicoletta comunque, dopo tre anni appariva già più vetusta e ammaccata rispetto a queste foto dell'inizio dell'86. Erano macchinette che invecchiavano in fretta quanto a carrozzeria. Poi magari il motore resisteva per decenni, tanto che ce ne sono ancora tantissime in mano ai collezionisti ancora oggi, alcuni modelli addirittura sono i primi della fine degli anni '50. I sedili molto spartani ma morbidi e molleggiati erano riverstiti da una tela tipo jeans e quello del guidatore era già un po' sfondato (io sono alto 1,81 e ho sempre pesato intorno ai 90 kili), poi i fermi in plastica dei mezzi vetri anteriori si erano già un po' usurati e spesso il mezzo vetro ti cadeva sul braccio appoggiato fuori dal finestrino, e anche la cappottina era sporca e impregnata di smog di Milano ed era difficile lavarla anche con una spazzola. In più si vedeva già qualche piccolo strappo che mi preoccupava e i paraurti erano tutti storti perchè bastava anche solo un piccolo urto in fase di parcheggio per ammaccarli. Infine, cosa più grave, la serratura dello sportello guidatore si era già rotta una volta e dovetti sostituirla ad un prezzo non proprio economico ritrovandomi per di più con una serratura diversa dall'altra quindi dovendo usare due chiavi diverse! Insomma non era certo una macchina robusta quanto a carrozzeria. Adesso che ci penso dev'essermi rimasta in solaio a casa di mia madre addirittura una ruota della Dyane 6, che magari ci ha pure un suo valore sul mercato! Non c'erano ruotini allora (dìo come odio con tutto il cuore i ruotini) ma ruote di scorta che erano identiche alle altre 4. A questo proposito noto che oggi nessuno più è capace a sostituire una ruota quando fora: tanti giovani mi guardano con meraviglia e si domandano come si fa!!!
Sono solo capaci di chiamare il carro attrezzi e pagare un sacco di euro...

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