mercoledì 29 febbraio 2012

Io sto dalla parte della "pecorella"

VOLEVO SCRIVERE QUALCOSA MA POI HO RIPENSATO AL GRANDE PASOLINI E HO DECISO DI FAR PARLARE LUI.


Poesia di Pasolini: "Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, urbane o contadine che siano. Quanto a me, conosco assai bene, il loro modo di essere stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli; la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come si vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, è lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha eguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l'essere odiati fa odiare). Hanno vent'anni, la vostra età, cari e care. (...) I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo di figli di papà avete bastonato, appartengono all'altra classe sociale. A Valle Giulia, si è così avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate, i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto), erano i poveri". "Una sola cosa gli studenti realmente conoscono: il moralismo del padre magistrato o professionista, la violenza conformista del fratello maggiore (naturalmente avviato per la strada del padre), l'odio per la cultura che ha la loro madre, di origini contadine, anche se già lontane.  ecc...ecc...

martedì 28 febbraio 2012

Il mio motore

Forse una vita non basterà mai 
per credere a quello che dicono gli occhi 
per scavare nel cuore 
in questo tempo e in questi giorni 
dove raccolgo i miei pensieri 
e trovo il posto magico dove restare 
senza perdere il calore delle mani 
come lungo la costa d'estate 
dove aspettavo di sentire cosa mi diceva la vita 
l'amore dalle gambe corte e dall'ombra infinita
facendo il controcanto al mio motore 
desiderio di armonia 
di pace e non di guerra 
di buon cibo per la sera 
senza perdere un solo minuto 
per aver troppo aspettato 
non è così facile ballare con gli altri 
senza uscire un poco da sè 
mentre stringo il mio volante 
e sento il mio motore 
come sono vecchie le mie mani.




Ettore Tangorra  2012

L'odore caldo del pane

Sotto il carico dei pensieri blù 
lascio questa nebbia di pianura 
nel naso ho l'odore della follia 
so che potrei essere un'altro 
solo se il tempo cambierà 
qualche kilometro più in là 
come vorrei che il mio cuore 
trovasse aria nuova da respirare 
che i miei occhi vedessero ancora 
come quando gli anni erano veloci 
e buoni i pensieri 
mentre il cielo di notte ci regalava tutta la vita 
e ora non mi resta che affezionarmi 
a questa idea del nostro grande amore 
che è l'unica risposta buona che ho 
come un pesce sul fondo del mare 
che cerca luoghi per andarsi a riparare 
acque sicure dove riposare 
dove non è difficile ormai capire 
che l'unico modo per continuare a sognare 
è addormentarsi la notte 
insieme all'odore caldo del pane.




Ettore Tangorra   2012

martedì 14 febbraio 2012

Genova

Genova, chi parte in treno quasi si nasconde
ma chi parte con le navi
ha davanti tutto l'orizzonte 
tra un panino e una focaccia unta 
capisco l'importanza di avere scarpe buone 
e buoni la giacca e gli occhi
mentre proprio non riesco a trovare le parole 
col mio cappello in testa
le mani in tasca
l'aria fredda sulla faccia e nelle gambe 
Genova, è acido l'odore di miscela 
ma qui soffia sempre il vento 
mentre il mio cuore che si arrampica 
tra tante case che mi guardano
ai piani alti
sotto la grigia ardesia
stanno ancora i prìncipi
sotto abita un popolo
e prima o poi dovrò passare 
sulla linea curva della costa 
dove c'è il mare e il respiro blù 
Genova è un orto di verdure
balconi fioriti di gerani e oleandri
dai forti fino giù al porto
attraversando i meandri del centro
l'odore confortante di fritture
tra palme, aria di neve e vele 
vecchia con le mani severe
elegantissima aristocratica
con in vita il suo grembiule.



Ettore Tangorra   2012

sabato 4 febbraio 2012

Ti regalerò mille baci

Ti regalerò mille baci e poi altri ancora
e mille giorni e notti
per immaginare contro tutte le leggi
starò qui a guardare e ascolterò il rumore
di quel fuoco che balla
e non pretendo ragione
e non perdo più il filo
di questa nostra storia
raccogliendo stelle cadute
per il vago timore di non vedere il sole
ora che so ascoltare
ora che so dove andare
l' ho imparato a memoria
per quel buono che ho
lascio fuori la rabbia e non vedo confini 
sulle mani e negli occhi lungo questi miei giorni
così caldi e vicini
e questi anni con te che non dormono più. 





Ettore Tangorra  2012



venerdì 3 febbraio 2012

Il mio amore grande

Non ho parole nuove da inventare
in questa notte
sono qui come un pesce
che nuota appena
sotto il pelo dell'acqua
sotto la luna
a tre ore da domani 
con la gioia e il dolore
oppure in piedi nella stanza
come quando ballavo
e tutto scorreva veloce
come quando i pensieri
erano lievi
nella sabbia e nel vento
e i baci erano tanti
ma io lo so che sapore ha
questa mia vita
ed io mi sento quasi come quando
alla fine dell'estate
il cuore si prepara
e se penso al tempo passato
a tutti quei posti
dove sono stato
a tutta quella strada nera
anche se il sole domani
non avrà più luce
io sono qui con te ora
e stringo forte i tuoi fianchi. 




Ettore Tangorra  2012

LA STORIA COSA INSEGNA A NOI ITALIANI?

LA STORIA COSA CI INSEGNA? La Storia ci insegna che come nel Medioevo e nel Rinascimento i singoli Stati italiani erano al culmine del loro ...