mercoledì 25 aprile 2012

Madrugada

Se ora guardo fuori
e mi accorgo che piove
che pace che mi dà
come qualcosa che si sfoga
che fa quello che fa
come si aspetta che accada
come mi ha detto anche il vento
che mi ha parlato tutta la notte
e mi ha confuso i pensieri
tanto che se penso a ieri
quasi provo spavento
non riconosco le mie mani
e non ritrovo più i miei passi
così che ogni mattino
quando ritorna anche la luce
un uomo si reinventa la vita
e si ricuce addosso una nuova ragione
per andare dritto e solo
nell'aria fredda d' inverno
e amare le sue scarpe e il cammino
che è lungo e quasi non lo ricorda
mentre ricorda quel sole
e i baci sulla pelle
e dietro rivede solo le cose belle
mentre non vede il dolore
ma sa che presto ritorna
sa che quello che conta è il minuto
per non pensare al tempo passato
agli occhi che ha incrociato col cuore
e a tutti i capelli
alle gambe sotto gli ombrelli
all'abbraccio sperato
di chi c'è ora
e forse non ci lascerà più.




Ettore Tangorra  2012

La risacca

Stasera io proprio non so
perchè la risacca grigia di sassi m'inquieta
cosa mi dice la schiuma bianca e quest' aria
su questa scogliera che è come la vita
che invita a sperare e che corre sincera
oppure sono i pensieri che fermano il tempo
giusto al confine degli occhi
se allunghi la mano e la tocchi
la linea bugiarda tra l'acqua ed il cielo
e scegliere allora di volare
per scorgere meglio la posizione rispetto al mare
saper calcolare lo spazio che ora rimane
per muovere bene le mani
e lasciare buone parole da ricordare
mentre sento battere forte il motore
là infondo al boccaporto
dove è forte l'odore dell'olio
che spinge lo scafo che taglia le onde di prora
sul mare profondo
e non mi nascondo che io partirei anche ora
come se gli anni non fossero mai passati
ne' fossero trascorse troppo veloci le ore
e andrei anche senza il cappello
per sentire che cosa si prova
aspettando l'aurora a nord-est del mio cuore.




Ettore Tangorra  2012

domenica 22 aprile 2012

Io mi sono sbattezzato.

Dal Blog di Gatto Soriano mi permetto di estrapolare queste frasi iniziali:
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"Se tutti gli atei e gli agnostici (che in Italia sono diversi milioni) decidessero di sbattezzarsi, il clero non potrebbe più avanzare troppi diritti per condizionare la vita politica e sociale di questo paese sbandierando il suo 96% di cattolici italiani battezzati (e, si noti bene, la maggior parte cattolici solo proprio perché battezzati (in età incosciente n.d.r.), e chi ci governa dovrebbe comunque tenere conto dell'opinione di una minoranza (minoranza? ne siamo sicuri? n.d.r.) di diversi milioni di non credenti quando si tratta di legiferare su temi quali il testamento biologico, per non parlare dell'eutanasia, dell'aborto, dell'esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, dell'8x1000, ecc. Insomma, lo sbattezzo è un piccolo atto concreto che consente ai non credenti di far sentire la loro voce in mezzo al frastuono clericale, e se queste voci si uniscono possono provare ad infondere un po' di laicità in un paese, l'Italia, dove la laicità è solo sulla carta (peraltro costituzionale...)".

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Che la religione sia per alcuni del tutto giustificata, o sia per altri un assurdo (per il fatto stesso dell'impossibilità di dimostrare scientificamente l'esistenza di un dìo) o che sia solo una sana pratica igienica oppure, come diceva Einstein, una "nevrosi ossessiva", ebbene ogni donna ed ogni uomo hanno il diritto di trovare il loro cammino di coerenza alla luce delle proprie convinzioni. E il gioco deve svolgersi per tutti con pari dignità. Così non è.
L'intolleranza verso chi non considera la religione importante, o verso chi nega l'esistenza di una dimensione sovrannaturale, o chi crede solo alla ricerca scientifica come disciplina dimostrabile, è quantomai virulenta e spietata ovunque nel mondo. Non di meno da noi in Europa e in Italia.
Io lo sbattezzo l'ho fatto circa quattro anni fa e ne sono molto soddisfatto. E' stata una questione appunto di coerenza dopo anni di riflessioni.
Ora che ho spedito la mia bella raccomandata A/R alla parrocchia dove sono stato inconsciamente battezzato (erano gli anni 50) e che loro hanno dovuto per legge rispondermi e inoltrare la lettera alla diocesi, mi rispondono che non potrò sposarmi in Chiesa (ma non me ne importa nulla dal momento che sono sposato civilmente in Comune secondo le leggi del nostro Stato) che non potrò fare da padrino ai battesimi (ma non me ne importa nulla dal momento che non credo in dìo e tantomeno nella sua unzione) che sono scomunicato "latae sententiae" (ma che davvero-davvero siamo ancora nel medioevo?) che non posso partecipare alle funzioni religiose e ai scramenti (ma non me ne importa nulla dal momento che non dò a queste cose nessun valore). Tutto qui. Per non parlare dell'autorità del papa di Roma, il sig. Ratzinger, alla quale non ho mai dato il mio riconoscimento.
Questo è lo sbattezzo e nient'altro.
E non è vero che quest'atto non serve a nulla (perchè tanto o si crede oppure no): è invece un atto di coerenza e visibilità contro la tracotanza delle forze clericali in campo politico in Italia. Con questo semplice atto si dimostra concretamente che non è vero che il 90% degli italiani sono cattolici convinti, ma lo sono solo perchè, battezzati da piccoli, figurano negli elenchi ufficiali che alla chiesa fa comodo sciorinare e sventolare.
Conosco tantissimi credenti e non credenti che per la cattiva abitudine a non approfondire mai gli argomenti importanti, arrivano a lasciar battezzare i propri figli, a farli cresimare, comunicare, e a lasciar loro seguire quella assurda e orrenda cosa che è il catechismo. E a spenderci un sacco di soldi tra l'altro...
Conosco ahimè persone che per il loro disimpegno e la voglia di non pensare accettano cose che sembrano inoffensive ma che in realtà non lo sono affatto perchè rafforzano l'apparato clericale cattolico e la sua influenza in tutti i campi, non ultimo quello politico. L'ignorante ti dirà:- "beh ma tanto loro non fanno nulla di male"- Attenzione! Loro il male lo fanno eccòme, innanzitutto non riconoscendo la tua libertà, e provano in tutti i modi a non far risuonare la tua campana! Questo non è leale e non è democratico. Sono proprio loro a dimostrare la vera faccia dell'intolleranza con chi non è d'accordo, con chi vuole discutere razionalmente, con chi non è credente, con chi è gay o lesbica, con chi non riconosce l'autorità vaticana ecc... ecc... e guarda caso invece proprio tra di loro si annidano sempre i peggiori faccendieri-finanziari e politici, le peggiori doppie-facce, per non parlare dei tanti pedofili (a causa della assurda repressione sessuale) o dei tanti preti che vivaddìo praticano sesso ma che ti dicono di no! E quanti ce n'è di poveri sacerdoti che convivono o che hanno un affetto sincero che non possono ufficializzare!.
Il loro Gesù parlava di scribi e farisei e di sepolcri imbiancati, ma nessuno se ne ricorda più.
L'altra sera in TV sentivo dire a monsignor Fisichella che no, che tutto ciò avviene perchè la chiesa non è avulsa dalla realtà, anzi ne è parte importante... hai voglia se è vero! Gli appartenenti alle alte gerarchie sono dei veri incredibili maestri della diplomazia e dell'alibi!
Io ho il sacrosanto diritto e dovere di dire come la penso e di agire di conseguenza nel rispetto democratico delle opinioni altrui. Facciamo un esempio: se io ritengo che quella del missionario che si reca in Africa a catechizzare non sia la strada giusta per aiutare chi ha bisogno, io ho il sacrosanto diritto di dirlo liberamente. Se io ritengo che costoro, che si credono santi, altro non sono che dei masochisti disadattati che nella società normale sono dei signori nessuno mentre nel terzo mondo si sentono importanti e che il loro peccato è l'orgoglio, propagandando la loro visione delle cose e conculcando con le loro idee le giovani generazioni, e che non è questa la maniera di aiutare chi soffre, io ho il diritto di urlarlo a gran voce. certo non gli impedirò di farlo (anche se poi ci costringono a spendere i soldi delle nostre sudate tasse per andarli a liberare da qualche setta o organizzazione politica che li ha sequestrati) ma avrò il diritto di diffondere liberamente e con eguale dignità la mia visione delle cose senza essere tacciato di essere senza morale o, peggio, senza cuore. E che dire dell'assurdità dell'8X1000 (si parla di milioni, non di ceci) che serve soprattutto agli stipendi dei preti o al culto ecclesiastico e che solo forse per il 18% del totale giunge ai bisognosi?
Come ha scritto giustamente Margherita Hack:- "l'ateo agisce e ricerca la verità per il bene dell'umanità semplicemente perchè segue un suo principio morale coerente, non perchè s'aspetta una ricompensa in un ipotetico paradiso"...
Io amo ripetere che sono proprio coloro che si proclamano credenti e ferventi cattolici che alla fine si comportano in campo morale peggio di chi onestamente fa una scelta meditata e coerente. Parlo dei non credenti ovviamente, ma anche di quei credenti onesti con se stessi e coerenti col Vangelo che hanno a cuore la laicità e l'imparzialità dello Stato, la sua indipendenza dalle gerarchie dello Stato vaticano.
Nel nostro paese vivono da millenni gli ebrei (i fratelli maggiori del Monoteismo, come riconobbe anche papa Wojtyla) che ne hanno subite di ogni sorta, ed anche cristiani non cattolici come ortodossi, valdesi, metodisti, battisti o luterani, oggi anche buddisti e indù e convivono dunque da sempre "altri" modi di leggere e interpretare la Bibbia o la spiritualità in genere.
Da ultimi sono arrivati anche i musulmani, ai quali dovremmo offrire una lezione di democrazia proprio per scongiurare le loro note forme di esclusivismo e intolleranza che non sono poi tanto diverse da quelle cattoliche romane!
Noi che viviamo in questo paese dove l'anomalia del "concordato" è palese e pesa più che in ogni altro paese di tradizione cattolica, abbiamo dunque a mio parere più di tutti il dovere di prendere coerentemente una posizione precisa e ponderata in tutto quello che facciamo, esercitando sempre e comunque la nostra azione critica, e dunque la nostra intelligenza di esseri umani.








Ettore Tangorra  2012

lunedì 16 aprile 2012

Perchè sono favorevole alla pena di morte.

Sono favorevole alla reintroduzione della pena di morte per quei reati particolarmente gravi, omicidi volontari e premeditati conditi da particolare violenza, crudeltà e barbarie, per quei reati gratuiti, commessi a solo scopo di umiliare le vittime già rapinate o minacciate, ed anche per chi uccide volontariamente pubblici ufficiali che intimano di fermarsi all'alt o che sorprendono il malvivente in azione. E ci sarebbero tanti altri casi ancora per i quali la mia coscienza sarebbe incline alla pena capitale.
Churchill diceva che la democrazia non è certo perfetta ma è comunque il meglio che possiamo avere. Gli stati democratici non sono perfetti, ma chi non si schiera con lo Stato, con la collettività, con le forze dell'ordine, credendo di fare il proprio furbo interesse farà solo e sempre gli sporchi interessi dei potenti, delle cosche mafiose, contribuirà a distruggere le poche imperfette garanzie di protezione che il popolo ha con la democrazia.
Ma ciò che più mi preme esprimere è forse il senso profondo di ingiustizia, o meglio di mancata giustizia che provo ora nella mia vita, come una promessa tradita. E io non voglio rassegnarmi a questo, altrimenti aspettiamoci che il senso di sfiducia aumenti sempre di più nei cittadini onesti, in coloro che lavorano e che non possono sfuggire alle tasse e alle imposte, in coloro che non fanno del male agli altri, anzi magari aiutano il prossimo con civile rispetto, aspettiamoci che la tentazione legittima a farsi giustizia da sè, ad armarsi per difendersi da soli prenda il sopravvento, aspettiamoci che la sfiducia nelle istituzioni crolli definitivamente. O il timone della barca lo riprende lo Stato, cioè tutti noi, la collettività, oppure sarà il Far-West.
Ho quasi 60 anni e ormai mi rendo conto che l'idea di una società civilizzata, in continua evoluzione positiva, progressista e sempre più giusta è tragicamente tramontata nel mio cuore. Queste erano cose che pensavo e speravo a vent'anni, ma oggi ho capito che nulla può essere mai dato per scontato, ed ogni progresso della società può essere perduto tragicamente nel giro di una sola generazione. I fenomeni sociali, culturali, politici e storici possono cambiare direzione in qualsiasi momento, e neanche la smisurata fiducia nell'evoluzione della mente umana (anche se lenta) e nel progresso scientifico e tecnologico (l'unico mio forte appiglio) potrà sempre e comunque, quasi automaticamente garantirci dai tragici passi indietro dell'umanità. Forse ho perso la fiducia progressista nelle cose, fattostà che mi sono reso conto che nonostante tutti i passi avanti economici e sociali degli ultimi 50 anni, in altre parti del mondo e nel nostro stesso mondo (che con la globalizzazione ormai si integra con l'intero pianeta) l'ignoranza, la superstizione, la barbarie, non sono diminuite, anzi sono aumentate, e che nel mondo le nuove generazioni sono state meno aiutate della mia: moltissimi sono ignoranti, senza valori positivi, influenzabili dai cattivi maestri, e meno consapevoli di quanto non fossimo noi quando eravamo più poveri e meno informati di loro.
Sembra poi che ormai l'istinto brutale e barbarico, la mancanza di compassione umana, la violenza gratuita, lo spregio per gli altri esseri umani siano arrivati a livelli mai visti, ed esibiti anche con arroganza e orgoglio. probabilmente la nostra stessa civiltà ha fallito. Ma non credo abbia fallito a causa dei suoi difetti congeniti. Noi eravamo da almeno 1000 anni il faro della civiltà su questo pianeta e probabilmente ci siamo arresi ai nostri sciocchi sensi di colpa, o semplicemente abbiamo terminato il nostro ciclo, abbiamo perso mordente dissanguandoci in inutili guerre fratricide come tutti gli imperi in declino. In più c'è stato il velenoso "terzomondismo" di maniera propagandato dall'esperimento sovietico, grande eresia cristiana, che nel tentativo di distruggerci ci ha minati e infiacchiti nonostante il suo stesso tragico e rovinoso fallimento e nonostante gli enormi passi avanti che comunque il livello di vita e la tecnologia hanno fatto in solo 50 anni.
L'Europa deve rialzarsi fieramente da questo stato di cose, e le stesse nazioni hanno il dovere oggi di difendere i loro popoli in balìa di questa globalizzazione malamente gestita, di riorganizzarsi con coerenza, energia, senso morale, di ergersi a diga contro la barbarie appunto. In altre zone del mondo, penso ad esempio all'estremo oriente (ma questo può succedere anche domattina in Sud America) questo balzo lo stanno già facendo nazioni che fino all'altro ieri erano molto indietro.
L'Europa ha bisogno in tutta fretta di ritrovarsi per non diventare una specie di triste "Bosnia" euroasiatica permanentemente pervasa da conflitti e becere rivendicazioni nazionalistiche o, peggio, religiose.  Gli Stati quindi hanno il dovere di integrare le loro forze, di ritrovare un'identità continentale, di nutrirsi di  nuovo della grande cultura umanistica e illuminista dalla quale provengono e che ha sparso luce sul mondo per tanti secoli. Nel nostro continente non manca una società civile economica e culturale che faccia da sostrato a questo processo di cose, basta solo risvegliare le nostre coscienze addormentate forse dal troppo benessere, dallo stolto materialismo fine a se stesso e non supportato dalla cultura, ma anche e soprattutto dalla pigrizia mentale, dall'egoismo smisurato figlio di quella grande sfiducia in noi stessi.
In questo quadro io parlo di reintroduzione di pena di morte, come difesa, come ultima diga nei confronti del dilagante inselvatichimento dei costumi, dell'ignoranza e delle superstizioni inaccettabili. Il "laisser faire" di una società pseudo-liberale non mi convince più, perchè non credo più che l'uomo si autoregola o si tara da solo automaticamente su di uno standard di umanità, equità e giustizia appunto. L'uomo è profondamente "bambino" in questo, si trova in uno stadio evolutivo ancora immaturo, ed ha bisogno al momento opportuno che la collettività offra comunque un esempio e soprattutto dei paletti ben delineati nell'interesse di tutti.
Gli Stati, anche se certamente non più gli Stati paternalistici o quasi-confessionali di 50 anni fa, hanno il diritto dovere di accompagnare la nostra società in questo cammino. Gli Stati siamo noi europei che come persone mature, uscite dall'adolescenza, dobbiamo avere il coraggio di prenderci le nostre sacrosante responsabilità davanti ai popoli sovrani. Lo dobbiamo fare soprattutto nei confronti dei nostri figli, che in una "Bosnia" euroasiatica non abbiamo nessun diritto di scaraventare.




Ettore Tangorra  2012

lunedì 9 aprile 2012

Quel che va detto a Gunther Grass



No Gunther, non sono d'accordo con te.
Per quello che dici, certamente conta il fatto anagrafico generazionale, così come il fatto di far parte della nazione tedesca.
La colta e sviluppata nazione dove sei nato, la cui opinione pubblica mandò al potere, ahimè democraticamente, una classe politica che seminò barbarie, massacri, violenza e prepotenza per la seconda volta nel XX secolo. Eravamo il continente faro della Civiltà mondiale e a causa di due terribili guerre scatenate dai tedeschi ci siamo praticamente suicidati.
Quello del nazionalsocialismo poi fu qualcosa di talmente orribile che non si potrà mai paragonare con null'altro al mondo.
Nel tuo paese vennero massacrate le classi mercantili e intellettuali che vi facevano grandi, forti e rispettabili agli occhi del mondo, e tutto questo in nome della filosofia di un "troll" falso filosofo da osteria. So che questo fantasma aleggia ancora nel tuo paese.
Il comunismo poi, terrificante eresia cristiana, seguì subito dopo la guerra ed oppresse metà della Germania senza soluzione di continuità col regime precedente, senza offrire neanche un piccolo spiraglio di democrazia per più di 10 milioni di tedeschi. L'altra parte di voi, sotto tutela degli altri europei, e grazie alle braccia di tanti italiani, divenne amabile e ricca, quasi adorabile, almeno fino agli anni ottanta.
Ma bisogna dire che il comunismo aveva avuto origine pur sempre in un paese di servi della gleba, ancora in uno stadio medievale, più orientale che occidentale, e pur tuttavia gli "ossi" (i tedeschi dell'est) si sono adattati e adeguati anche a questo regime con inquietante facilità, anzi primeggiando tra i paesi del Patto di Varsavia! Questa è la parte oscura dei tedeschi, la parte che io definisco quasi insondabile e che a volte, come nel tuo caso, riemerge.
Quello che tu scrivi nella tua poesia è stupido: già all'inizio degli anni 50 gli ebrei, in gran parte miseri profughi, avevano già raggiunto uno sviluppo agricolo, sociale e industriale senza pari nell'area. Nulla di paragonabile si era mai visto in medio oriente. Oggi la potenza industriale, intellettuale, culturale, nel campo della ricerca scientifica è in Israele proporzionalmente superiore a quella degli stessi USA, tenuto conto del contesto geopolitico dove Israele ha dovuto vivere, delle proprie convinzioni religiose a volte estreme, ma anche a causa degli errori o delle scelte delle grandi potenze del dopoguerra.
Come tutte le democrazie di stampo occidentale anche la nazione israeliana ha vissuto momenti di luci ed ombre, ha percorso gli anni bui della guerra fredda, ha mostrato a volte come tutti di commettere gravi errori, e ha subito il peso della sua parte più fanatica e tradizionalista. Ma tu, fine intellettuale, hai riflettuto solo un momento sulle eccezionali ed estreme difficoltà in cui questa democrazia ha dovuto nascere, crescere e svilupparsi come è oggi?. Immagina solo un momento come si sarebbe comportata ogni altra nazione in una situazione analoga. Forse la storia ci ha già mostrato come alcune nazioni in difficoltà hanno reagito, l'Italia o la Germania per prime.
Israele ha tenuto duro senza quasi mai perdere il lume della ragione e, consentimi, anche della pazienza. Eppure avrebbe potuto farlo, forte dei suoi potenti alleati, forte della sua sicurezza economica e militare. Ma non l'ha fatto.
Se Israele costituisse veramente una minaccia per l'area, credi tu che non avrebbe già distrutto i suoi nemici giurati più e più volte? E avrebbe potuto farlo quasi legittimamente, viste le minacce, le stragi, le guerre, la cieca e ignorante ostilità da cui da sempre è circondata. Israele non è mai stata un mostro a tre teste.
I terrificanti regimi arabi, ricchi a milioni e milioni, hanno in 60 anni oppresso e affamato i loro popoli, e oggi li massacrano coi cannoni (vedi i recenti fatti) facendo leva sulla terribile ignoranza della gente e sulla religione musulmana che mai come qui vanno insieme a braccetto per convenienza politica.
Se Israele fosse veramente una minaccia si sarebbe legittimamente difesa e non so che fine avrebbero fatto questi regimi. In Israele il potere politico, economico e militare è stato sempre gestito dal suo popolo, nonostante spinte nazionalistico-religiose, socialiste o laburiste, ma tutto ciò in un contesto democratico, dove la gente soprattutto vota e se il popolo ebreo è incazzato con la sua classe politica la manda a casa a calci nel culo senza tanti complimenti come succede sempre più spesso anche da noi qui in Europa.
Io non so cosa stai coltivando dentro di te Gunther, oltre ai tuoi brutti fantasmi, ma mi auguro con tutto il cuore che venga offerto ai popoli arabi o persiani più cultura, più democrazia, più libertà economica e commerciale, non certo più bombe atomiche!.
Da che parte stai? Sei veramente riuscito a nutrire la tua anima di tolleranza e democrazia o sei ancora il Gunther che militava nelle Panzerdivisionen SS o che viveva nella Germania di Danzica, al confine col comunismo reale? Stai commettendo lo stesso errore di chi in Europa da sinistra inneggiava ai terroristi palestinesi o ad Arafat dalle mani lorde di sangue.
Io ricordo bene quegli anni dove tutto era o bianco o nero, dove o si stava da una parte o dall'altra. Anni da dimenticare e basta.
Vorresti dare l'arma nucleare in mano al piccolo Hitler persiano? Da un intellettuale come te sinceramente io mi aspettavo ben altro, mi aspettavo che il tuo rispetto per il popolo persiano o per i popoli arabi sfociasse come in tutti noi nel sincero afflato verso la primavera araba o in favore delle lotte della numerosa e coltissima gioventù persiana contro un regime di lugubri e ignoranti mummie che ormai hanno gli anni o i mesi contati. Almeno lo spero con tutto il cuore.




Ettore Tangorra  2012

LA STORIA COSA INSEGNA A NOI ITALIANI?

LA STORIA COSA CI INSEGNA? La Storia ci insegna che come nel Medioevo e nel Rinascimento i singoli Stati italiani erano al culmine del loro ...