giovedì 24 novembre 2011

Aria incerta di mare

Aria incerta di mare  
di catrame pesante
di vernice e di piombo
di corde bagnate
ad asciugare 
stanotte le mie mani 
cercavano solo un sogno
su quel legno
unto di sale
e l'acqua nera
che sbatte giù in basso
oltre la bitta
la schiena sui sassi
dove ho dovuto morire
nonostante il mio cuore
le buone intenzioni
la cura attenta
delle parole
aria di ruggine e vento
fumo di cenere nera 
dove bruciano le labbra 
e le belle speranze
sul molo dei baci
che mi chiedevi
mentre i piccoli scafi legati 
piangono come schiavi
senza riscatto 
nel preciso momento 
del freddo dolore
lungo quella ripida scalata
le mani in tasca
e il berretto nero
quasi cercavo un senso
e ti guardavo ormai muto
per decifrare l'amaro odore
della tua pelle profumata.









Ettore Tangorra   2011

Campobello

Parlano solo gli occhi  
quando resto senza voce
sono i pensieri importanti 
i sussulti del cuore 
i passi lenti delle gambe
il suono più veloce della mente  
e sorrido con forza 
quasi a fermare il tempo
in questo spazio grande
ma che non spaventa
come quel bel campo
coltivato a colza
davanti al folto del bosco
e in questo luogo d'amore
in quest'aria sapiente
di fatica e rispetto
sopra le pietre fredde
sotto la quercia nera
vorrei restare fino alla fine del libro
e quando tutto è già stato scritto
in questa luce amica
parlo ancora con la terra 
apro le labbra e provo a dire
se il buio che rapisce ora la scena
accompagnerà la luce
soltanto a morire.





Ettore Tangorra   2011






martedì 22 novembre 2011

Il senso della vita

Qui insieme ai miei pensieri  
trovo il momento di ascoltare
una musica sconosciuta
forse solo una ballata
mille volte ripetuta
mille volte rinnovata
che mi aiuti a ricordare
tutti quei giorni trascorsi  
e trovare le parole
e quei gesti calmi e sicuri
per illudere il cuore 
di saper danzare
se quello che cerchiamo di capire
è solo il caldo desiderio
di vivere ancora
di scandire la parola
che descriva il brivido
della nostra carne viva
su queste tavole di legno
l'unico senso della vita
il colore e il gusto salato
sulla bocca 
l'abbraccio caldo
su petali e spine 
le mani intrecciate sull'erba
e il vento che fugge lontano
e forse
non ritornerà più 
la voglia di partire domani
di seguire quei binari
e di sorprenderci felici 
dietro quei monti
azzurri di luce
fino alla spiaggia
di sassi rossi la sera
e le sorprese del tempo
oltre il confine
lo stupore degli occhi
da non perdere mai e poi mai
per non morire
un poco di niente
difficile da afferrare 
il giorno che segue alla notte
senza le nostre parole
e gli sguardi
senza la cura di domani 
qualcosa da coltivare 
per coglierne i frutti
quando sarà tempo 
quando ci abbracceremo ancora
per dirci qualcosa in segreto
qui insieme seduti
sotto lo stesso cielo.







Ettore Tangorra   2011

Ti manderò un bacio con il vento

Ti manderò un bacio
con il vento   
proprio perchè sei tu 
ti ho sentita vicino lo giuro
o forse non era niente
tienilo caro il tuo cuore  
che il mio l'ho già spedito
l'ho promesso blindato
non lo vendo mai più    
io rispetto i tuoi occhi  
le parole che hai provato a dire   
e rispetto i pensieri   
che ho provato a non sentire  
ho rispetto di me  
la tua pelle risplende sincera
ti accarezzo la fronte 
ma non ci penserò più 
forse è solo questione 
di forza e rispetto 
ti sorprendono i giorni
quando sai che non ritornano
è arrivato l'autunno 
ed è ora di andare 
mentre l'aria è più dolce 
proverò a non pensare
che avrei forse potuto 
anche solo un momento
che la vita risplende nel sole
che non dimenticherò più le tue parole.



Ettore Tangorra   2011













La luce della Ragione

Non giudicare
i miei pensieri cinici e amari  
perchè non nascono da ieri
da sempre amano la verità
la lucida ossessione
della realtà
l'indignazione
e il folle amore per la vita
è la strada che ho percorso mille volte
che m' ha insegnato ancora
a distinguere quell'ombra nel bosco
dal buio della notte
senza la luna
dal gesto angusto e strano
dello sciamano 
a svelare l'inganno del mistero  
che sequestra ciò che è più vero  
per poi venderlo
al mercato del potere  
dell'arrogante vizio dell'impero 
che sfrutta il cuore
e gli fa bere veleno
che toglie sangue
al cervello della gente  
indossando la veste d'oro
di chi per primo mente
di chi sapendo tace
e nasconde le mani 
perchè ha paura
di chi verrà domani  
a chiedere pace e rispetto
non giudicarmi
se ormai ho fatto piazza pulita
in questa mia vita e nel cuore 
e rifletti
sulle parole che servono 
sulle deduzioni nobili
della mente 
su ciò che distingue
questa nostra vita
dal niente.








Ettore Tangorra   2011









Gli alligatori

Avranno invidia
della tua faccia 
dei tuoi folti capelli
avranno paura
della tua lingua  
certo lo scanseranno
il tuo sguardo puro 
cercheranno di farti dubitare
anche del futuro
loro non hanno mai avuto
dei sogni  
e se anche li avevano
li hanno perduti  
per questo odiano
la tua fiducia  
e la tua calma gli brucia
i pensieri e la pelle
ma ti cercheranno
anche domani come ieri
perchè invidiano le tue mani  
quello che fanno
con facilità 
quello che la tua bocca gli dice
e i tuoi occhi
che arrivano prima   
loro odiano la verità 
quello che vogliono
è spegnerti il cuore   
farti credere che chi vive
poi muore   
sempre attenti a non cadere
nella tua ombra  
cercano di sfruttare l'occasione  
per poi nascondersi
in quel buio portone 
non mostrargli mai
il tuo candore
loro non hanno occhi
per vedere  
loro non possono neanche
provare a capire 
cercano solo di rubare   
per poi dimenticare  
tu tira dritto per la tua strada 
non provare a spiegare
perchè chi non ha niente da dire  
potrà soltando respirare
alla fine la polvere
e il fumo continuare a mangiare.





Ettore Tangorra   2011


  









I tuoi occhi

Tanta luce io l'aspettavo  
o non l'aspettavo più 
non la meritavo forse
e guardavo lontano sul mare
ma il mio cuore mi diceva
che era giusto sperare
che le cose non vanno così
quasi tutta la vita
e allora io ho abbottonato il cappotto
e il bavero ho alzato
cercando piccole cose  
imparando dal silenzio
e ho ritrovato un senso
dopo tanti piccoli amori
coi sentimenti in una vetrina 
preziosa e crudele
cristallo senza tempo 
bocca chiusa senza un sì o un no 
il cuore impacchettato
in una notte di stelle 
le mani pulite e i passi troppo veloci
senza voglia di un respiro
solo un po' più profondo 
come un sasso duro e grigio 
non cercavo meraviglia
con la paura dei gesti sinceri
mendicando le cose promesse 
e mi sono ferito da solo 
e non vedevo neppure il sangue
non vedevo verità
nè giustizia tra le mie dita
se non ricordo quando sei arrivata
se non ricordo neanche l'ora
ricordo però i tuoi occhi e il tuo sorriso
in quel giorno d'inverno che valeva tutta la vita 
passavano veloci i miei pensieri
e cambiavano tutti i colori
amore mio tu non lo sai cos'è che hai fatto 
mentre ero lì in piedi nel mio stupido vestito 
e nel vento caldo dei tuoi baci
la fronte si asciugava
e i piedi ricominciavano a ballare
mentre guardavo ancora lontano sul mare.








Ettore Tangorra   2011









domenica 20 novembre 2011

sono mediterraneo

Nei miei occhi vedo
la placida forza
dell'ulivo  
la costanza della vite
nella roccia
sento gli aromi del pastore 
e la fragranza
della sua cesta bianca 
lo sguardo
lontano ed estraneo
la mano mai stanca 
del marinaio mediterraneo
il nero dei pinoli
tinge ora i pensieri
brucerò nel fuoco
queste pigne d'oro
forse lo farò domani
prima di ritornare
alla schiuma salata
ai piedi nudi della ragazza
che ho amato ieri
su quella ripida scala sconnessa
dove pronunciai la promessa
patto di gioia e fatica 
sarà testimone questa mia barba
i segni amari della fronte
saranno i gesti lenti
la luce dei miei dolori
le scarpe logorate dal tempo
e quei sogni
che non si lavano via
la dignità della sabbia nei capelli
aspettando ancora la pioggia
ricordo l'aroma preciso del timo
tra terra arsa
di rosmarino
avverto quell'amore profondo
la luce solare del vino
il sangue dell'arancio d'inverno
sotto gli alberi di carrubo 
e i miei piedi affondo 
tra le castagne
e il mare.






Ettore Tangorra  2011

sabato 19 novembre 2011

Noi invochiamo la decenza

Il Presidente Sandro Pertini.
Eppure ancora noi qui
invochiamo la decenza
come se ci importasse
come se quegli idioti arroganti 
non ci avessero spenti, come mozziconi
noi qui ancora a credere
che qualcosa forse si può salvare
chissà per quale miracolo
ci importa forse ancora di far parte di questo povero Paese
nonostante tutto e nonostante voi ignoranti ladri, indegni e senza limiti
noi qui a rimpiangere quel tempo
quando un Presidente partigiano
ci faceva sentire un po' più fieri e consci
ci faceva credere che si potesse sperare di andare avanti puliti
sì, sempre avanti con dignità e con modesta gioia.
Forse allora, ricordo, non tutto era sporcato
nonostante quello che era passato
di violenza e di sangue
di sequestri e terrorismo
sì, ma forse allora quel limite estremo nessuno l'aveva ancora passato.
Oggi, più ricchi e integrati, meno emarginati
da quell'Europa che conta 
voi ci vorreste più stupidi e ignoranti
oggi il grande fondo è stato toccato
ogni dignità è perduta.
E quello che ci consola ancora
derubati della nostra faccia pulita davanti al mondo
da una losca, fetida marmaglia di milionari indecenti,
nani, puttane, sporchi lenòni e ruffiani
che andrà in pensione coperta d'oro e di letame
e che non ci restituirà nulla di ciò che ci ha rubato
sarà il pensiero che dopo tanta indecenza 
di cui nessuno si scuserà nè ci ripagherà
ci sarà almeno la speranza che si possa solo risalire 
da questo pozzo nero dove ci hanno portato.


Ettore Tangorra   2011

Splendida luna

Splendida luna
bianca di luce
bella nel cielo
vorrei toccarti
e baciarti
vorrei amarti stanotte
girarti intorno ancora
fino alla faccia nascosta
seguo il desiderio
e ti guardo
con occhi incantati
scruto le tue espressioni
mentre cerco lo slancio
tu sei muta e ferma 
nel nero sfondo del vento 
ma ho quasi paura ora
perdo il controllo
e mentre forte mi attrai
nell'abbraccio immenso
dello spazio di ghiaccio
intuisco la vertigine del tempo
allora vorrei gabbare 
quell'unico dìo
partire veloce
varcare la frontiera
raggiungere quel sogno
indomito pioniere
e indegno figlio
della mia specie.







Ettore Tangorra   2011

Non credo al dilà del cielo

Non ho mai amato la violenza
nè pena o distruzione 
ho troppo rispetto del tempo
di quel che costruisce 
conservo cura nel cuore
tengo basso lo sgardo degli occhi
e misurato il passo
non toglierò a qualcuno 
non taglierò quel tronco
non brucerò quell'erba generosa
non batterò il mio pugno per primo
non verserò quell'acqua d'argento
ho rispetto del lavoro delle mani
del sacrificio attento
mi placa l'armonia
la giusta geometria
il patto degli occhi
l'accordo delle cose
la forza razionale della mente
la naturale costanza
la nobile ragione della gente 
non darò scandalo per primo 
se non tradirai la mia coscienza
se la mia violenza e la rabbia
tu non risveglierai
col mostro dell'ingiustizia
la bestia ingorda e vile
dell'arroganza 
senza alcuna eleganza 
e allora vedrai
quel che il mio braccio potrebbe fare 
la fame di vendetta provocare 
quando l'agnello si scopre
dotato di zanne bianche affilate del lupo
di unghie feroci dell'orso
della spada pesante e fiera
del giudice severo
perchè non credo al dilà del cielo 
nè a responsabili altrove
non vedo giudizio
che su questa terra
nel cuore degli uomini
soli padroni
di ogni saggio consiglio
naviganti tra polvere e sole
con la potenza infinita
delle loro parole.






Ettore Tangorra   2011












La faccia buona della sera

Quanti viaggi di ritorno che ho fatto
se ci ripenso ora in questa luce azzurra
qui in piedi nelle mie scarpe 
mentre guardo la faccia buona della sera
e il mio passo misuro stanco
e mi avvolge un tiepido pensiero
lungo le vie conosciute
dove è l'ora di ridere ancora
e di parlare con rigore
in questo spazio d'aria 
è la pelle che mi dice quel che non credo
e guardo il cielo stanotte
nel rinnovato tepore 
del tenero ricordo di oggi
credo ai miei pensieri quieti
raccolgo foglie con le mani
avverto il senso di queste ore
mentre la luce ora è dorata
la mia bocca serrata
e leggo il cuore di un sasso spaccato
quel che mi sa dire
ed è bene informato
prima che il vento annunci l'alba
la pioggia profumerà quest'aria.






Ettore Tangorra  2011


domenica 6 novembre 2011

il mio cammino

Sento che
questo vento mi chiama
in questo posto strano
mi fermerò un istante
solo a pensare
qui lontanissimo dal mare
difenderò le mani dal dolore
rispetterò
questa mia faccia
e scoprirò
che l'amore non s'impara
neanche con le botte
e non lo venderò
il mantello che mi copre
se merito sul campo
ciò che valgo
parlando con rispetto
portando sulle spalle
il mio dolore
nel giorno che non riscalda
senza la fredda notte
fa male solo quando ci ripenso
ma aspetto con pazienza
vedrai che tutto ha un prezzo
sul mercato
vorrei vederlo crescere
il mio sogno 
e concimarlo
come un contadino 
sapendo poi aspettare
scoprendo quel colore
ad ogni ora
aspettando che mi dia ragione
il tempo 
cercando di raccogliere negli occhi 
la gioia di ogni giorno
sapendo che
ha valore anche un minuto 
e come in una giostra
chiudo il cerchio 
conservo tutto il buono
nelle mie tasche 
lo gusto senza fretta
qualcuno dopo me
lo dovrà pure imparare.





Ettore Tangorra   2011



mercoledì 2 novembre 2011

l'alluvione del 2011

Chiedi a noi di sporcarci le mani 
sì, chiedi a noi di andarli a salvare 
ci chiedi di metterci muscoli e amore
ci chiedi tutto l'impegno 
e farai leva sul nostro buon cuore
non hai faccia nè anima da salvare  
non hai freno nè giusta decenza    
solo ti lavi la coscienza 
quanti di noi si lavano la coscienza 
quanti hanno colpe da pagare 
non ti vergogni neanche del tuo nome 
no, non ti penti di essere ancora vivo 
come farai a dormire stanotte  
come farai ad accarezzare i capelli
della tua figlia prediletta 
non hai conti da pagare 
perchè sai che non ne pagherai
il tuo conto corrente è bene al sicuro 
e in pensione alla giusta età certo ci andrai
non dubiti mai del tuo futuro
mi chiedi ora di farti questo favore 
non hai pudore, tu non hai nessun pudore 
Giuseppe è morto sepolto da tre metri di fango
Maria ha perso il suo bimbo nel grembo
mi chiedi ed insisti
vuoi fare leva sul mio buon cuore 
vuoi solleticare tutto il mio amore 
non ti accontenti di quello che sei
ora mi chiedi di telefonare 
va bene tutto purchè ti vada in tasca 
ma vacci tu e portati gli stivali
fai sapere a tutti tu dov'eri
in quel tempo maledetto dov'eri
fai sapere a tutti che non ci pensavi
vacci e portaci tutti i tuoi complici e amici 
io no che non ci sarò
dammi del pavido se hai il coraggio 
non c'è limite al peggio, forse non c'è di peggio
ma io lo griderò il tuo nome 
e lo trascinerà anche il vento, lo so che non ti spavento.
io già la vedo la tua sporca tresca 
e non ci sto a tutta 'sta manovra 
io non aiuterò nessuno stanne certo 
io non verrò laggiù per regalarti
quest'anima pulita dove specchiarti.







Ettore Tangorra 2011


ricordo di luce

Senti la rabbia del sole
il suo respiro feroce
nello spazio di vetro
e la carezza dell'acqua
sui sassi d'argento
il frèmito lieve
nel ritmo veloce di danza
degli alberi
mossi dal vento
in quell'ora di sogno
padrona del tempo
e ci saranno bei giorni 
di passo sicuro
di bianche finestre
e fiori ai balconi
poi sorrisi di pioggia
e foto a colori
tra nuvole e roccia
sapranno trovare le mie mani
la limpida luce
il senso preciso degli occhi
questo ricordo da amare.







Ettore Tangorra 2011










LA STORIA COSA INSEGNA A NOI ITALIANI?

LA STORIA COSA CI INSEGNA? La Storia ci insegna che come nel Medioevo e nel Rinascimento i singoli Stati italiani erano al culmine del loro ...