sabato 19 novembre 2011

Noi invochiamo la decenza

Il Presidente Sandro Pertini.
Eppure ancora noi qui
invochiamo la decenza
come se ci importasse
come se quegli idioti arroganti 
non ci avessero spenti, come mozziconi
noi qui ancora a credere
che qualcosa forse si può salvare
chissà per quale miracolo
ci importa forse ancora di far parte di questo povero Paese
nonostante tutto e nonostante voi ignoranti ladri, indegni e senza limiti
noi qui a rimpiangere quel tempo
quando un Presidente partigiano
ci faceva sentire un po' più fieri e consci
ci faceva credere che si potesse sperare di andare avanti puliti
sì, sempre avanti con dignità e con modesta gioia.
Forse allora, ricordo, non tutto era sporcato
nonostante quello che era passato
di violenza e di sangue
di sequestri e terrorismo
sì, ma forse allora quel limite estremo nessuno l'aveva ancora passato.
Oggi, più ricchi e integrati, meno emarginati
da quell'Europa che conta 
voi ci vorreste più stupidi e ignoranti
oggi il grande fondo è stato toccato
ogni dignità è perduta.
E quello che ci consola ancora
derubati della nostra faccia pulita davanti al mondo
da una losca, fetida marmaglia di milionari indecenti,
nani, puttane, sporchi lenòni e ruffiani
che andrà in pensione coperta d'oro e di letame
e che non ci restituirà nulla di ciò che ci ha rubato
sarà il pensiero che dopo tanta indecenza 
di cui nessuno si scuserà nè ci ripagherà
ci sarà almeno la speranza che si possa solo risalire 
da questo pozzo nero dove ci hanno portato.


Ettore Tangorra   2011

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